Lotta alla corruzione: è la volta della svolta!

Dopo un paio di incontri al vertice fra i segretari dei tre partiti che appoggiano la maggioranza (l'ormai famigerato A-B-C, dai nomi dei leaders Alfano, Bersani e Casini) e il ministro della Giustizia, cui sono seguiti un paio di giri di valzer con le rispettive delegazioni di esperti in materia di giustizia di PDL-PD-UDC nonchè un ultimo tavolo comune per la definitiva messa a punto di un apposito intervento normativo, il frutto di cotanto sforzo da parte di governo e maggioranza ha finalmente visto la luce.

Secondo un'anticipazione dell'Ansa, infatti, "il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha appena depositato l'emendamento del governo al ddl anticorruzione. Tra le novità aumenta a cinque anni la pena massima del reato di corruzione per l'esercizio della funzione". Il testo del governo - scrive l'Agi - reciterebbe quanto segue: "Il pubblico ufficiale che, in relazione all'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri riceve per sè o per un terzo denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni".

"Cribbio!", sarebbe trasalito il Cavaliere pensando a tutto il tempo, le fatiche, il sudore e la bile versati negli ultimi diciotto anni alla ricerca della perfetta legge ad personam.

"87245687326,78!!", è stata l'istantanea impennata a caldo dello spread, a testimonianza della sorpresa reazione dei mercati finanziari.

"Miiiiinchia!!!", avrebbe urlato di gioia un noto mafioso, in affari da un vita con gli appalti (e le mazzette) di mezza Italia.

"Dobbiamo avere il coraggio di intervenire seriamente e con razionalità", ha chiosato il ministro Severino.

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