Là dove il nero si confonde col nero

C'era una volta l'orizzonte. Laggiù, dove si perdeva lo sguardo, una linea sottilissima, quasi invisibile, impediva al sole di tuffarsi nel mare al tramonto, separava le tonalità celesti dell'aria e dell'acqua, divideva cielo e terra tra azzurro intenso e verde brillante.

Oggi la linea dell'orizzonte separa le macchie nere della nostra Terra: quelle che si dispiegano in alto per effetto del risvegliarsi delle forze della Natura e quelle che si allargano giorno dopo giorno, se non addirittura ora dopo ora, per via della poca cura che come uomini ci prendiamo della Natura stessa.

Fossimo ancora ai tempi della fuga degli ebrei dall'Egitto, avremmo indovini e gran sacerdoti a sciorinare tutto il giorno oscuri presagi. E fosse quello il problema: di gente che passa la vita intera ad annunciare l'imminente fine del mondo è pieno... appunto, il mondo, anche se non sarà per quello che la fine arriverà.

Ma poichè siamo nel terzo millennio ed alle prese con freddi dati scientifici, di certo la situazione è ben più grave. E se continua così, se non la fine, quanto meno una bella sciagura per Madre Terra è sempre più probabile.

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