Piovono pietre e polpette avvelenate

Devo ammettere che le immagini viste l'altra sera, a caldo, mi hanno davvero colpito. E ho provato pena per quell'ometto frastornato e confuso, ferito e colpito, per il dolore fisico e psicologico che un colpo del genere deve aver portato alla sua persona. Sarebbe stupido se non lo ammettessi: la pietà e la comprensione umana vanno al di là delle ideologie. O almeno dovrebbero.

Quello che è successo è certamente sgradevole. Sgradevole e stupido. Non a caso è il gesto di una persona che patisce da anni problemi psichici. E non ha alcuna importanza che, interrogato dagli inquirenti, costui lo abbia motivato adducendo motivi di natura politica: le motivazioni di uno squilibrato, pur plausibili, rimangono comunque il frutto di una mente malata. Tra l'altro, non vi è alcunché di politico nel cercare di colpire una persona con un oggetto allo scopo di fargli del male; né un tale atto può assumere una connotazione del genere solo perché rivolto contro un uomo politico.

Eppure parlamentari e ministri di corte continuano da due giorni a volerci convincere che si sia trattato non del gesto di un matto, ma di un'aggressione che trova il suo seme e il suo germoglio nel clima di violenta opposizione alla persona del premier, un clima che, a parer loro, è stato creato ad arte dai nuovi “cattivi maestri”.

Il fatto è che i nostri rappresentanti politici dovrebbero rinunciare a ben più di qualche dose di ipocrisia finissima che evidentemente sono abituati a 'pippare' (=assumere) e a smerciare con la stessa facilità. Gli animi della nostra vita politica si accendono e si spengono a intermittenza, ogni qual volta fa comodo alle opposte fazioni: prova ne sia che al momento di giudicare uno di loro, destra e sinistra si fondono in uno schieramento pressocchè unico, forte e compatto (come insegna il recente voto del Parlamento chiamato ad esprimersi sull'arresto del sottosegretario Cosentino, chiesto dai magistrati che lo indagano per collusioni con i clan camorristi dei casalesi).

E poi affermare che il gesto del Tartaglia della situazione sia scaturito dal clima di odio contro Berlusconi equivale ad affermare che omicidi e stupri accadono e si ripetono a causa degli “insegnamenti” che in tal senso ci provengono da cinema e tv. E non mi pare proprio che nessuno dei nostri politici si stia preoccupando di vietare spettacoli e film dove tali fatti albergano in quantità industriale. Neanche Lui, che è proprietario di tre canali televisivi nonché di un'importante casa di distribuzione cinematografica.

Quel che mi stupisce, piuttosto, nelle affermazioni dei politici della corte del premier è invece insito nel concetto che loro vorrebbero che passasse come verità storica. Fatemi capire: se il gesto del Tartaglia della situazione fosse davvero sintomo di una patologia di odio violento contro Berlusconi, un odio talmente cresciuto negli ultimi mesi da portare i pezzi più deboli di una società civile ad imbracciare un'arma (anche impropria) per rivolgerla contro il capo del governo in carica, ebbene tutto questo non dovrebbe obbligare tutta una classe politica, a partire proprio dai rappresentanti di quel governo, a interrogarsi sui perché e i percome si sia arrivati a una situazione del genere? Non farebbe così il buon padre di famiglia alle prese con un figlio che gli si è rivoltato contro? D'accordo, le responsabilità del figlio sono personali, ma quale padre non si chiederebbe cosa abbia sbagliato nell'educazione del figlio e come provare a porvi rimedio?

Qui, invece, nessuno si pone alcun problema. Anzi, si propongono nuove leggi per creare nuove fattispecie di reato, come quella che sanziona il disturbo dello svolgimento di manifestazioni pubbliche. E' bello che in un Paese dove la soglia della legalità viene calpestata sempre più spesso dal cattivo esempio della classe politica che ci governa (corruzione, collusioni, spionaggi e ruberie varie), ci si meravigli della piega che prendono i suoi figli.

Il problema è invece un altro e continua ormai a riproporsi da troppo tempo. E' quello di una classe politica totalmente autoreferenziata, ormai distante dai problemi reali della gente, che non conoscono e che si rifiutano di conoscere. Non si vuole mettere nemmeno un dito in questi problemi, perchè sporcarsi le mani per risolverli costa tanta e tanta fatica e, probabilmente, anche diversi sacrifici e molti 'no' che si finirebbe per dover pagare alla successiva tornata elettorale. E questo, ovviamente, nessuno di lorsignori se lo può e se lo vuol permettere.

Così ci ritroviamo con un intero Paese fermo ad assistere alla degenza del premier. In tv e radio, a quarantotto ore dal fatto, non si parla d'altro. Anche soltanto l'idea di occuparsi di altro è aliena ai più: i dibattiti fra politici, giornalisti, opinionisti e fancazzisti del tubo catodico sono fermi a questa vicenda. Brutta, per carità... Ma non più importante di altre.

Per esempio, e di certo, non più importante delle tante drammatiche storie di coloro che, quasi ogni giorno, perdono la vita sul posto di lavoro. Delle tante drammatiche storie di coloro che si trovano improvvisamente senza lavoro e in mezzo a una strada: loro e i loro familiari. Delle tante drammatiche storie di coloro che si ritrovano taglieggiati e oppressi proprio dallo Stato, dalle banche, dalle grandi compagnie della sanità, del credito, della comunicazione, dell'energia che influenzano a loro piacimento (e a suon di soldoni) le politiche di questo o quel governo, a scapito e sulle spalle di tanta gente.

Questa gente non la va a trovare nessuno, non ha la fila di politici e personalità dietro la porta di casa, né quando stanno bene né quando stanno male. Questa gente, spesso, sempre più spesso, muore da sola e nell'indifferenza più totale.

Commenti

  1. Questo discorso così ben articolato, va bene per gente pensante come te.
    Ma forse ti 'sfugge' quanti ce ne siano pochi.

    E' un Paese il nostro che merita i suoi politicanti. E' un Paese malato, drogato di tv e gossip. E' un Paese che ha dimenticato dignità e memoria e si barcamena come puo' senza avere più nessuna direzione.

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  2. E' perfetto! Ora si che è una vittima!
    E chissà poi se il soggetto in questione ha davvero problemi mentali.

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  3. e si bel post, non so cosa dire... ci stanno marciando troppo Berlusconi e company. Esprimo la mia solidarietà per il premier, ma adesso basta specularci sopra.

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