I sogni della notte prima

Francesca era andata finalmente a letto contenta. Era stata una giornata dura, ma poi, alla fine, si era conclusa bene. Aveva fatto pace con la sorellina per quella stupida faccenda di Pelù, l'orsacchiotto marrone che era stato la causa dei capricci della piccolina per tutta la domenica. E quanto c'era voluto perchè Piccola Peste si tranquillizzasse del fatto che il suo adorato peluche non sarebbe stato messo nel sacco insieme al resto delle cose vecchie che la mamma aveva deciso di gettare via. "A Natale manca poco - aveva sentenziato il sabato pomeriggio - quindi domani facciamo un bel po' di pulizia fra gli scaffali e le scatole dei giocattoli". E non era stata certo una domenica serena per la Piccola Peste, impegnata in un duro tira e molla con mamma e sorella maggiore. Un tira e molla che aveva raggiunto il suo apice più disperato al momento di decidere della sorte di Pelù, appunto. Ma alla fine la mediazione di Francesca aveva risolto la situazione.

D'altronde, c'era molto di più dei suoi tredici anni in quella testolina mora. Francesca era sempre la sorella più grande, quella che cercava di mettere pace fra i suoi. Come era capitato anche domenica sera, quando per tutto il tempo della furiosa litigata fra mamma e papà era voluta rimanere in cucina per tentare di infilare una sua piccola parola fra un urlo e l'altro. Alla fine di quel brutto quarto d'ora, era riuscita anche a passare un'oretta con la mamma, dopo cena, per fare quella torta al cioccolato e pinoli che da tanto tempo voleva preparare insieme a lei.

Insomma, una domenica intensa, fra alti e bassi. Una di quelle giornate che... "chi ha inventato il letto è stato davvero un genio!", pensò tirando su le coperte. E, stendendo le gambe stanche, mandò col pensiero un bacino a Piccola Peste e altri due a mamma e papà che sentiva ancora parlottare nella loro camera. Poi si girò di fianco, come faceva sempre, perchè da quella parte si addormentava prima. E cominciò a pensare al compito in classe del giorno dopo... alla sua amica del cuore... a quel compagno di scuola che aveva cominciato a guardarla... al Natale che non era poi tanto lontano...

Chiuse gli occhi. E sognò i sogni che fanno tutti i bambini di tredici anni.


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UCCIDE MOGLIE E FIGLIA: LA STRAGE NELLA LORO CAMERA DA LETTO
(ANSA) - CATANIA, 26 OTT - E' avvenuta all'alba nella camera da letto la strage familiare di via Dell'Iris. Secondo una prima ricostruzione, poco prima delle 6 Carmelo Sanfilippo, 48 anni, che lavora come operaio in una ditta di onoranze funebri, impugna un lungo coltello da cucina e uccide la moglie, Maria Rosaria Drago, di 35 anni, e la loro figlia più piccola di 8 anni. Le urla attirano l'attenzione dei vicini di casa che chiamano il 112. I carabinieri intervengono sul posto e fanno irruzione nella casa: la figlia maggiore della coppia di 13 anni, esce di corsa, e viene condotta in ospedale.
Intanto Sanfilippo si è già inferto delle coltellate all'addome per tentare il suicidio. Resta ancora un mistero il movente. (ANSA).
TR
26-OTT-09 08:54

Francesca è, ovviamente, un nome di fantasia; come il racconto della sua ultima domenica. Il resto, purtroppo, no.

Commenti

  1. Sconcertante, Marcus..ma molto reale e doloroso...Quando si sentono queste notizie, si accartoccia lo stomaco, e il pensiero vola a sé stessi e a quanto si è fortunati a non essere colpiti da tragedie simili...
    Storie come questa di Francesca non dovrebbero esistere..Un padre non dovrebbe mai arrivare a gesti così orribili..
    Questa bambina rimarrà segnata per sempre, e se suo padre sopravvive, chissà con che occhi si guarderanno ancora..Il mio pensiero va alla famiglia Piagentini, distrutta nella tragedia di Viareggio, dove si è salvato solo papà Marco che verrà dimesso fra pochi giorni e finalmente riabbraccerà il piccolo Leonardo, l'unico illeso della famiglia che ha visto perdere la mamma e i due fratellini più piccoli...Due famiglie spezzate, una da una tragedia inevitabile e che nel dolore si ritroverà comunque unita e si farà forza l'un l'altro..L'altra divisa da una tragedia che era evitabilissima e che dividerà per sempre un padre e una figlia che per un gesto folle ha perso tutta la sua famiglia..

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  2. Per Debora:
    Ci sono colpe che ti mangiano l'anima per il resto dei tuoi giorni... E costituiscono forse la condanna più atroce, quella che nessun giudice potrà mai uguagliare per severità.
    Poi ci sono persone che non hanno nemmeno un'anima... E lì i contorni della faccenda diventano davvero insondabili.

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  3. Sorridevo per come avevi descritto bene la serata ed il sogno di una ragazzina di tredici anni. Pensavo ad un racconto innocente... poi la tragedia. Ma comincia sempre così: la follia serpeggia sotto la superficie della normalità e poi sbuca all'improvviso come un serpente da un buco. Spesso è imprevedibile. Altrettanto spesso è annunciata, ma non la si vuol vedere. Comunque la vedi, è distruttiva.

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  4. Per Daniela:
    A sentire certe storie, si direbbe che la vita parta come un racconto innocente per poi prendere strade a volte insondabili, a volte dolorose. E spesso capita che non parta nemmeno come racconto innocente. E questo fa rabbia e fa pensare. A volte, ti giuro, sarebbe meglio non pensare.
    Buona giornata Dani!

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  5. Ma?
    Ma si può sempre credere a quelli che poi dicono ..."non ha mai dato segni....era uno onesto.....un ottimo vicino di casa..."
    Ma che ipocrisia....e pensare che proprio in certi luoghi, la gente i cazzi propri non se li fa mai....
    Quindi....si poteva fermare o non si poteva fermare?
    Fermo restando che la mente è un filo di capello...
    E la peggio fine è quella del ramo!!!
    "l'albero pecca ed il ramo riceve"
    Che angoscia senza fine!

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  6. Per Dark:
    Sono perfettamente d'accordo con te sul discorso di chi ci rimette. E la tua metafora dell'albero e del ramo è la perfetta rappresentazione del peso delle conseguenze di atti del genere.
    Ma proprio perchè "la mente è un filo di capello", come scrivi tu, faccio fatica a pensare ad ipocrisie e, talvolta, a stragi annunciate. Cosa accade nella mente umana in quei frangenti è un mistero di fronte al quale dubito esista risposta alcuna. Semmai potremmo soffermarci a guarire i perchè di tanti no, le ragioni di una società che ti chiude superficialmente la porta in faccia quando sei malato, quando sei un peso, quando non sei più di alcuna utilità.
    E' vero: che angoscia senza fine, Dark!

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  7. Ma tu credi davvero che i segni di un disagio così grande non ci stavano?
    io forse non voglio crederlo perchè l'idea mi rende ancora più angosciata ed impotente!
    Ed il perchè avanza con disperazione!

    Un bacio tesoro.

    PS: E' la seconda volta (in poco tempo)che accade "qui" una tragedia del genere (almeno che io sappia) In genere si sente parlare di questa tipologia di massacri al nord.....mi chiedo...che sta accadendo?
    Perchè?
    Sono fatti dell'epoca....
    E di certo, come dici anche tu....ci stanno responsabilità che chi dovrebbe assumersele, poi, non lo fa mai...
    ma dove stiamo arrivando?

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  8. Per Dark:
    Responsabilità... Cara Dark, nell'incubo assurdo che sto (ri)vivendo in questi giorni, mi capita di toccare quasi con mano lo scaricabarile più abietto ed inimmaginabile. Rimpallo fra persone, fra strutture, tutti preposti (in teoria) al soccorso e alla salute di chi soffre e vive ai margini perchè malato. Tutti... Ma nessuno disposto a prendersi una cazzo di responsabilità. A dire: facciamo così, facciamo colà. Tutti a rifuggire, a scansarsi... E in mezzo la vita di un uomo. Che sta lì, in bilico.

    Ma per quanto?

    Comunque la si pensi (ed io, ormai, la penso in un certo modo) è terribile, credimi.

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  9. Sono annientata. Mi ha ricordato il Film: http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=54796

    Perché c'è sempre chi ruba i sogni di qualcun altro?


    P.S.
    Nel mio post, parlo di mio fratello Francesco.

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  10. Per Nicole:
    Forse perchè si fa meno fatica a impossessarsi dei sogni altrui che a farne di propri. Stiamo diventando un'umanità che fatica anche a sognare... Però, non ci mettiamo un attimo ad adattarci a certi orribili risvegli.

    Riguardo al tuo post, cara Nicole, avrei puntato su un amico. Tuo fratello è davvero fortunato! E tu... davvero speciale!

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  11. Per Nicole:
    Ti prego di perdonare la mia imperdonabile dimenticanza. Scusa.

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  12. Cia Marcus, ogni mio giudizio sul caso VERO e terribilmente atroce, purtroppo di cronaca sempre più ricorrente, è vano, faccio un bel copia-incolla al tuo commento, perchè diventa sempre di più il mio pensiero stile grido-di-rabbia incontrollato, nei riguardi di chi si dovrebbe fare carico di determinate problematiche!
    Non conosco la tua storia personale, immagino che anche tu hai le tasche piene, condivido in pieno il tuo sfogo: "mi capita di toccare quasi con mano lo scaricabarile più abietto ed inimmaginabile. Rimpallo fra persone, fra strutture, tutti preposti (in teoria) al soccorso e alla salute di chi soffre e vive ai margini perchè malato. Tutti... Ma nessuno disposto a prendersi una cazzo di responsabilità. A dire: facciamo così, facciamo colà. Tutti a rifuggire, a scansarsi... E in mezzo la vita di un uomo. Che sta lì, in bilico".
    Sono in casa, in ferie e non certo perchè ho deciso di fare un bel viaggio alle Maldive(che non mi dispiacerebbe!), ma perchè oltre all'assistente domiciliare che mia madre paga di tasca sua dalla sua sudatissima pensione (dopo 35 anni di insegnamento), ha bisogno di maggiore assistenza dopo il ricovero in ospedale, purtroppo le istituzioni richiedono sempre troppi grovigli burocratici per arrivare a quella legge che ti dà diritto a questo piuttosto che a quel riconoscimento...Francamente è umiliante dover stare dietro a tutto questo marasma istituzionale! Negli ospedali ci sono solo due infermieri per reparto, ma come accidenti si fa? Quando succedono poi succedono tragedie come quella che hai riportato, ci sono responsabilità da parte di chiunque, peccato che improvvisamente nessuno ha sentito (grida, pianti disperati, minacce, litigi furenti e così via), spesso parenti e conoscenti sono al corrente di quali tragedie una famiglia attraversa, anche le istituzioni, assistenti sociali e organi preposti, non tutti per fortuna, sono latitanti!é luogo comune e devastante pensare e preferire la tesi di "rispettare la privacy" di ognuno, si continua così a vivere neipropri e bravi, civili condomini facendosi ognuno i... suoi, non si sa mai che si diventa invadenti!!!!
    Come terapista, durante il mio lavoro, ho avuto la percezione che qualche bambino/a avesse in famiglia problematiche da affrontare con l'aiuto forte e deciso di un supporto psicologico adeguato, ma quando inizi a fare un certo tipo di discorso scappano tutti o si chiudono dietro muri alti e robusti di silenzio o scaricabarile! Che fare? L'istinto è di urlare, ma non serve comunque, che tristezza!

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  13. Per Miriam:
    Li chiamano servizi. Hanno il coraggio di chiamarli servizi e ce li fanno pure pagare cari. E' incredibile! C'è una mancanza di rispetto del prossimo, per i ruoli ricoperti, per le istituzioni che sono chiamati a rappresentare, per la dignità della vita che impressiona. Gente come noi, arriva a sedersi su una Poltrona in uno dei Palazzi del potere e si trasformano incredibilmente in alieni. E fanno pure cose dell'altro mondo!!!
    Grazie per il tuo prezioso commento, cara Miriam!

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  14. Più che un commento è stato uno sfogo!
    Grazie a te per avermi dato l'occasione per scoperchiare la pentola, da troppo tempo bolle e ribolle, peccato che il contenuto è indigesto!
    Ma chiudo, è molto meglio.
    Buonanotte!

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